Associazione No Profit
 

Laboratorio di digital archives e storytelling

L’11 e 12 dicembre 2021 si è tenuto il laboratorio di Digital Archives e Storytelling a Casa Sanità e nelle strade del Rione.  

In questo terzo appuntamento formativo, i partecipanti del progetto hanno scoperto:

  • quali sono le modalità più efficaci per costruire reportage e articoli
  • come si progettano e come sono organizzati gli archivi digitali
  • come si integrano nei siti web

terzo laboratorio digital archive e storytelling

Il laboratorio è stato moderato da Maria Camilla Fraudatario, sociologa dell’Università di Firenze, e Daniele Valisena, storico dell’Università di Liegi e membro AISO. Diversi gli interventi provenienti dal mondo della comunicazione e del giornalismo che hanno reso particolarmente denso questo appuntamento. 

Napoli MONiTOR

Prima come magazine cartaceo e poi, dal 2014, come portale di informazione Napoli Monitor parla con la voce delle periferie, superando la classica dicotomia tra centro e aree marginali della città. Le inchieste sono accompagnate da diversi linguaggi creativi come fumetti e murales. A condividere l’approccio giornalistico della redazione sono intervenuti Luca Rossomando e Riccardo Rosa con un successivo approfondimento di Diego Miedo. 

Antonio Caiafa

Già presente al primo laboratorio – link – Antonio Caiafa, fondatore narratore d’eccezione del Rione tramite il portale quartieresanità.it di è tornato dopo aver guidato parte del primo laboratorio di geo-esplorazione. Antonio ha mostrato un video-documentario (ancora in lavorazione) sull’antico mestiere dei cazunari che riparavano giacche e pantaloni delle divise militari e riutilizzavano vecchie pezze per la creazione di zaini e borsoni. Un ruolo importante di grande valore storico oltre che simbolico, come descrivono Maria Camilla Fraudatario e Daniele Valisena su Appunti #3 della Scuola per la Casa della Memoria del rione Sanità di Napoli.

“I cazunari emergono come trait-d’union tra l’onda lunga economica e memoriale della Seconda guerra mondiale e della presenza militare americana in città con l’industriosità di sarte e sarti locali. Da questo incontro è sorto un sistema di economia e socialità in cui pubblico e privato si mescolano senza soluzione di continuità”.

ovestlab 

Da Via della Sanità 36 i partecipanti si sono teletrasportati in Emilia, precisamente nell’ex Villaggio Artigiano di Modena. Matteo Di Cristofaro ha condiviso l’esperienza di ovestlab che gestisce il progetto AFOR, un archivio di fonti orali creato per raccogliere testimonianze e storie ricche di significato. Similmente all’archivio che nascerà dal progetto Casa Sanità, anche con AFOR, la presenza fisica e quella digitale si completano a vicenda per mappare pratiche e luoghi raccontati dagli intervistati in maniera efficace e sostenibile. 

Contromappatura 

Per contromappatura si intende una “pratica trasformativa di archiviazione e narrazione del paesaggio in senso geo-storico”. Per realizzarla, si utilizzano strumenti come OpenStreetMap, presentati da Daniele Valisena. La giornata di domenica è poi stata scandita da 4 tematiche: 

  • paesaggio emozionale
  • spazi verdi
  • soundscapes e altri paesaggi sensoriali
  • piazza della Sanità: arte e murales tra religione e mitologie contemporanee.

Le geoesplorazioni domenicali si sono distribuite in diverse zone del Rione: l’area cosiddetta ‘n’gopp’ e’ cinis’, via del Cimitero delle Fontanelle e Piazza della Sanità,i Colli Aminei e le salite che portano a Capodimonte. Per realizzarle, i partecipanti hanno anche utilizzato il sito FacilMap sviluppato da AFOR. 

Narrazione come scelta

Il pomeriggio di domenica è continuato con gli interventi di Alessandro Bresolin, storico e sceneggiatore sonoro che da anni collabora con Radio3 e varie emittenti radiofoniche francofone in Belgio e in Francia che ha sviluppato il tema della narrazione come scelta che si articola lungo la sinossi, l’intenzione e lo sviluppo narrativo. Un approccio simile a quello condiviso da Diego Miedo muralista, fumettista e collaboratore di Napoli Monitor per il quale i murales diventano strumento di rigenerazione urbana, ma soprattutto punto di contatto con gli abitanti locali, grazie a un linguaggio “fantasioso-reale” che permette di coglierne trame di vita individuali e collettive.

Grazie ai diversi interventi diventa sempre più chiaro ai e alle partecipanti capire come fare interviste efficaci, archiviarle e renderle fruibili a un pubblico ampio. 

Seguici sui social per saperne di più

 

[/fusion_text][/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]