Chi Siamo
L’associazione NAPOLI inVITA No Profit intende valorizzare e tutelare l’identità storico culturale di Napoli e dei Napoletani, favorendone il confronto con le realtà locali.
L’obiettivo è di tutelare,promuovere e valorizzare i beni di interesse artistico e storico, intraprendendo delle relazioni con le associazioni e le istituzioni operanti già sul territorio cittadino e con chiunque sia interessato ad intrattenere relazioni di convivialità partecipata e condivisione responsabile con la popolazione cittadina. L’intento è anche quello di organizzare e realizzare, a livello nazionale e transnazionale, incontri operativi con le associazioni o istituzioni che siano interessate ad intrattenere relazioni di amicizia,attivando scambi di esperienze con la popolazione della città, per sviluppare la pace tra i Popoli e la legalità democratica all’interno degli Stati.
Settori di Attività
NAPOLI inVITA si propone di operare nei settori di attività:
- incontri operativi con altre associazioni o istituzioni operanti sul territorio cittadino, nazionale o sovranazionale, che siano interessate ad intrattenere relazioni di amicizia, attivando scambi di esperienze con la popolazione della Città, per sviluppare la Pace tra i Popoli e la Legalità democratica all’interno degli Stati;
- nuove forme di collaborazione di tipo socio economico tra persone, associazioni e istituzioni, che siano interessate ad instaurare tra di loro rapporti di scambio, non di natura commerciale ma improntati alla convivialità partecipata, per sviluppare la condivisione responsabile tra le stesse persone, associazioni ed istituzioni;
- iniziative volte a favorire l’occupazione e la nascita di piccole attività produttiva, specie di tipo artigianale, sul territorio cittadino;
- iniziative volte a favorire la scolarizzazione primaria e secondaria, con particolare riferimento alle categorie più deboli (quali i minori a rischio e gli stranieri);
- iniziative culturali, di approfondimento e di informazione su tradizioni, storia e attuale vita sociale di Rioni, Quartieri e Borghi antichi e moderni della Città;
- iniziative volte al riuso, anche temporaneo, ed alle pratiche di autogestione degli edifici e spazi cittadini o suburbani, specie se di rilievo storico artistico o ambientale, che si trovano in stato di abbandono o non siano adeguatamente utilizzati ovvero siano esposti a rischio ecologico.
Primi passi dell’Associazione
“L’hanno chiamata la “Valle delle Tombe”. E, sebbene l’Egitto sia lontano, è forse la giusta denominazione per questi incredibili canyon di tufo che spaccano la collina dei Colli Aminei e scivolano sino a piazza Cavour e via Foria attraversando i Vergini e la Sanità. Qui, molto prima che un’immensa cava si trasformasse in un gigantesco ossario (il Cimitero delle Fontanelle), e prima che i cristiani creassero le catacombe che avrebbero ospitato il martire Gennaro, i greci venivano a dare l’estremo saluto ai loro cari. Per un’oscura ragione, questo pezzo di terra – che allora era, ovviamente, molto fuori le mura – fu eletto sede privilegiata per le ritualità sacrali funerarie.”
Così, nel libro “Napoli sotterranea”, l’Autore (Antonio Piedimonte) introduce il percorso dedicato agli ipogei funerari greco – romani scoperti, già nel 1685, nel cuore del Rione Sanità.
Questo territorio ha avuto sempre, in qualche modo, a che fare con il sacro. E del sacro recano testimonianza non solo le catacombe e la tante, alcune mirabili, chiese che si incontrano aggirandosi nel Rione, ma anche la viva memoria di sante persone che vi hanno vissuto in varie epoche. Dal Santo Martire Patrono Gennaro, a S. Severo (Santo Vescovo che, sul principio del V secolo d. C., costruì il suo sepolcro, poi luogo di miracoli, dove è ora la Chiesa a Lui dedicata, sotto la collina di Capodimonte), a S. Alfonso de’ Liguori, Santo della pietà popolare (autore del testo di “Tu scendi dalle stelle” e “Quanno nascette Ninno”).
Ed è proprio grazie alla pietà popolare che, in questo Rione come in altri luoghi del Centro Storico di Napoli, il sacro è stato tramandato ed originalmente umanizzato, nelle tante edicole votive, nel culto delle “capuzzelle” e delle “anime pezzentelle” ed, ancora, nelle tante manifestazioni dell’arte presepiale. Ma la pietà popolare si è molte volte manifestata, spesso in modi commoventi, nel nobile sentimento della pietà dell’uomo con l’uomo. Nel tempo, sono sorti così, anche in questo territorio, ospizi, ricoveri, casse di accoglienza e casa famiglia: luoghi nei quali si è dato ed, ancora oggi, si da concretezza ad uno dei principi fondamentali del vivere sociale e civile chiamato “solidarietà”.