Il 6 e 7 novembre 2021 si è tenuto il primo dei cinque laboratori di formazione del progetto Casa Sanità.
Anche quando si pensa di conoscere il proprio territorio, c’è sempre qualcosa in più da sapere e approfondire. Lo sa bene il gruppo di narratori e narratrici di comunità che si sta formando con il progetto Casa Sanità, Memorie nel futuro.
C’è chi fra i partecipanti vive o ha vissuto nel quartiere, chi ha la passione per la storia orale, chi una sana curiosità e vuole sapere perché il Rione Sanità è protagonista di una nuova narrazione di Napoli, diventando luogo rappresentativo di una rinascita sociale, culturale e anche turistica.
Il 6 e 7 novembre 2021 questo gruppo ha attraversato le strade del Rione Sanità alla ricerca di voci, luci e ombre sulle quali tessere nuove trame di relazioni tra luoghi, storie e volti.
Il weekend di formazione è stato guidato da Antonio Canovi, Direttore della Scuola-Laboratorio e Presidente AISO – Associazione Italiana di Storia Orale, dalle professoresse Gabriella Gribaudi e Annamaria Zaccaria dell’Università Federico II e dal blogger Antonio Caiafa.
Il laboratorio si basa sulla pratica conoscitiva di interpretazione e narrazione del paesaggio, inteso come bene comune. L’obiettivo è la produzione di contenuti attraverso tre fasi:
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Osservazione della realtà circostante
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Interpretazione dello spazio in maniera originale, anche tramite l’esperienza del camminare
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Geonarrazione del quartiere per creare legami di appartenenza tra vecchi e nuovi cittadini, giovani uomini e donne, nativi e migranti
I luoghi del laboratorio di geo-esplorazione
I ragazzi e le ragazze aderenti al progetto hanno visitato l’ex OPG, luogo che è stato prima monastero, poi carcere e infine ospedale psichiatrico giudiziario, poi abbandonato nel 2000. Dal 2015, lo spazio è di nuovo vivo grazie a un collettivo di attivisti/e e volontari/e che organizza attività formative e di aggregazione sociale, fornisce assistenza sanitaria e legale e, in genere, favorisce lo scambio e l’incontro tra gli abitanti del quartiere.
La giornata è continuata con il blogger Antonio Caiafa che ha raccontato anche l’anima artigiana del quartiere, dove si producono guanti e prodotti in cuoio di alta qualità. Questo aspetto produttivo poco noto del Rione Sanità è raccontato dal mediometraggio “Mani di pelle”.
La geo-esplorazione è entrata nel vivo anche grazie all’incontro con gli abitanti del quartiere nelle diverse aree del Rione Sanità: Fontanelle, Vergini e Miracoli/Cristallini. Ecco alcune domande che i partecipanti hanno posto:
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Quali economie reggono il quartiere?
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Sopravvive la produzione di scarpe e oggetti in cuoio oppure è definitivamente tramontata?
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Quale ruolo hanno le donne nella vita del quartiere?
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Quanto incidono le associazioni e cooperative sociali e culturali sul richiamo turistico?
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Qual è il rapporto tra gli abitanti ed il Comune?
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E gli spazi, come sono vissuti?
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Qual è il confine tra pubblico e privato, tra esterno ed interno, legale ed illegale, straniero e locale?
Come racconta Maria Laura Longo nell’articolo Appunti #1 della Scuola per la Casa della Memoria del rione Sanità di Napoli, le risposte a queste domande permettono di “tracciare una mappa costruita dal basso” formata dai luoghi attraversati nel corso del laboratorio di geo-esplorazione.
Per saperne di più e conoscere le risposte degli abitanti, continua a seguirci anche sui social. A presto!
Fotografie gentilmente offerte dallo staff Aiso