Il Rione Sanità è uno dei più famosi quartieri di Napoli. E’ un territorio vitale estremamente rappresentativo dello spirito della città.
La sua anima è brulicante e popolare. I mercati, le pizzerie storiche e le case dei suoi abitanti, aperte sulla strada, convivono con i tesori d’arte diffusi, spesso nascosti e sotterranei.
Visitare il Rione Sanità offre l’occasione di scoprirne le ricchezze storiche e artistiche ma anche di entrare in contatto con frammenti e suggestioni della napoletanità.
E’ in questo quartiere, ad esempio, che il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, attore, autore e regista, è cresciuto, frequentando da chierichetto la chiesa di Santa Maria della Sanità dove si trovano le catacombe di San Gaudosio. Ed è proprio in questo luogo sotterraneo così denso di storia, che, si racconta, un affresco presente nelle catacombe abbia ispirato la famosa poesia “A livella” di Totò.
La storia del Rione Sanità
Il Rione Sanità ha una storia antica quanto Napoli. I Greci fondatori della città, infatti, eleggono questo luogo per le proprie sepolture.
Diversi secoli dopo, anche i primi cristiani rispettano questa tradizione portando qui i resti di San Gennaro. La catacomba porta ancora oggi il suo nome e diventa, da allora, meta di pellegrini come le tante altre presenti nel Rione.
Il culto dei morti alla Sanità è ancora vivo e si manifesta in maniera del tutto originale.
Lo dimostra il Cimitero delle Fontanelle, con le centinaia di teschi a vista che, come “anime pezzenti”, elemosinano una preghiera in cambio di sogni e “numeri al Lotto”.
Tutto il Rione sembra girare vorticosamente intorno all’imponente struttura barocca della Basilica di Santa Maria della Sanità, dove è custodita una miracolosa icona della Vergine.
Il termine “sanità”, infatti, sembra fare riferimento alla promessa di salute fatta, da questa Madonna, ai credenti.
Nel Settecento, il luogo vede il fiorire delle residenze dei nobili, perché attraversato dalla via impervia che portava verso il Bosco e Palazzo Reale di Capodimonte.
Ad inizio Ottocento, con la costruzione del ponte – oggi dedicato alla partigiana Maddalena Cerasuolo – che letteralmente lo scavalca, la sorte del Rione cambia. Diventa una “periferia”, un luogo separato, eppure inglobato nel seno stesso della città.
Oggi la Sanità continua a scrivere la sua storia fatta di eccellenze manifatturiere, come quella legata alla realizzazione di guanti, scarpe e pellami o alla pasticceria; di multiculturalità; di carità cristiana e assistenzialismo.
In una zona del mondo afflitta dal calo demografico, il Rione detiene il primato delle nascite. Tante le realtà che, in rete tra loro, si dedicano quotidianamente a contrastare la povertà educativa in un quartiere con indice altissimo di abbandono scolastico, dove però ancora resiste l’unica ludoteca comunale della città.
E’ la somma di tutti questi aspetti che rende forse possibile immaginare, a partire da questo quartiere, una chiave di sviluppo diverso della modernità.
La condizione giovanile
Il Rione Sanità sta vivendo in questi anni una forte fase di sviluppo turistico-culturale, ma vive anche delle sue problematiche sociali, specie in riferimento alla condizione giovanile.
Su circa 30.000 abitanti, il 30% ha un’età compresa tra i 15 ed i 39 anni. Il tasso di disoccupazione è del 42%, con punte del 60% tra i giovani. Inoltre, il tasso di dispersione scolastica è del 40%.
Secondo la “Rete del Rione Sanità”, che dà voce a diverse realtà associative del territorio
“Molti giovani vivono in contesti abitativi privi dei requisiti di minima vivibilità. La loro casa è la strada, dove trascorrono la maggior parte del loro tempo, vivendo “alla giornata”, senza memoria di sé e senza memoria collettiva, spesso spaesati, senza sogni e senza aspettative”.
La Casa nel Rione Sanità
Il progetto Casa Sanità nasce da questo legame col territorio, tanto che il logo del progetto si ispira al Palazzo dello Spagnolo (in particolare alla “scala aperta” di stile sanfeliciano), gioiello architettonico del Rione, che prende vita lasciando intravedere le figure stilizzate di tre persone che parlano. Il quartiere, quindi, vive nella voce e nel racconto dei suoi abitanti.
Per tutti i suoi aspetti, riconosciamo il Rione Sanità come bene comune in continua trasformazione, ricco di storie da riconoscere, valorizzare e condividere e, al tempo stesso, luogo da sostenere e valorizzare con impegno sociale.