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Il Laboratorio di Artigianato, Creatività e Tradizioni (ACT LAB 2.0) presenta la storia del deforme Quasimodo (“Notre Dame de Paris”)

Il Laboratorio di Artigianato, Creatività e Tradizioni (ACT LAB 2.0) presenta la storia del deforme Quasimodo (“Notre Dame de Paris”)

Il prossimo martedì 5 giugno alle 17,30, nel teatro dell’Istituto “Maestre Pie Filippini” andrà in scena il musical Notre Dame de Paris interpretato degli allievi dello stesso Istituto, nell’ambito dell’iniziativa “ACT Lab 2.0” (Laboratorio di Artigianato, Creatività e Tradizioni) organizzata dall’Associazione “Napoli in Vita”, con il sostegno dei fondi dell’8 per mille della Chiesa Valdese.

Quanto possa essere divertente e formativo il teatro per un bambino lo si capisce bene dall’atmosfera che si respira al Laboratorio tenuto presso la scuola dalle due splendide tutor Federica Palo e Silvia Romano, colleghe in questa come in altre esperienze che vedono la recitazione e la musica andare mano nella mano e completarsi a vicenda.

I ragazzi arrivano al teatro alla spicciolata, con addosso la divisa della scuola e l’energia compressa delle ore passate nei banchi. Bastano pochi secondi e tutte le tensioni della giornata sembrano sciogliersi in un’ondata di operosa allegria. Si dispongono sul palco, prima disordinatamente, poi ciascuno trova il suo posto. Ci mettono un po’ a liberarsi dell’euforia che non permette loro nemmeno di ascoltare i consigli delle tutor… ma poi sembra crearsi l’energia giusta per iniziare.

La musica, quella dedicata dal maestro Cocciante a questa appassionantissima storia, comincia e, seguendone il ritmo, uno dei ragazzi, Gabriele, dal fondo della sala comincia ad avanzare verso il palco. Il pubblico non c’è. Ci sono solo io seduta su una sedia in platea. Il pubblico non c’è ma è come se ci fosse. “E’ il Cantastorie” – mi fa Gaia, una ragazzina seduta accanto a me che fino a quel momento non avevo notato – “è lui che racconta tutta la storia. Mi accorgo solo ora di lei. “Tu che parte fai?” – le chiedo sottovoce, per non disturbare i compagni che intanto hanno cominciato a mettere in atto la prima scena. “Io?” – mi chiede con un misto di timidezza ed orgoglio – “sono Esmeralda!” – risponde. Ancora non è arrivato il suo turno ed aspetta un po’ nervosa. Interpreta uno dei ruoli principali, ed evidentemente questo privilegio la riempie di responsabilità.

Lancio uno sguardo agli altri ragazzi, ci si accorge subito di quanto tengano a questo lavoro, di quanto tutti se ne sentano orgogliosi. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, le tutor Federica e Silvia hanno aiutato i ragazzi a dare forma, carattere e voce ai vari personaggi della storia, risvegliando e mettendo al lavoro, negli studenti, anche i talenti più nascosti.

“Sono stati gli stessi bambini a decidere di realizzare il musical, Notre Dame de Paris” – mi ha spiegato poi Federica, una delle due tutor. “Devo dire che all’inizio la storia di Quasimodo è stata un po’ un pretesto per lavorare su qualcosa che li appassionasse. I ragazzi si sono sentiti coinvolti, hanno dovuto lavorare tanto, ma hanno avuto l’opportunità di scoprire degli aspetti nuovi di sé e della loro personalità. Sono stati tenaci e scrupolosi. Qualcuno ha addirittura scoperto un vero e proprio talento o una passione. E’ il caso di Luca, che ha impersonato Frollo, il cattivo, e che ha messo tutto se stesso nella recitazione. Lo scopo era farli emergere, e credo siamo riuscite a centrarlo in pieno! Ora probabilmente, alla recita, anche i genitori si troveranno davanti dei bambini diversi da quelli che conoscevano. Una bella soddisfazione”.

“I ragazzi si sono cimentati non solo nella recitazione, ma anche nel canto” – continua Silvia, la tutor che si è occupata soprattutto della parte musicale – “è stato un lavoro difficile, che forse avrebbe avuto bisogno di un tempo maggiore. I ragazzi hanno dovuto imparato a cantare, hanno fatto esercizi sul respiro e sull’impostazione del canto. Un lavoro che riguarda tutto il corpo. Non sono mancati gli imprevisti, come il fatto di dover trovare all’ultimo momento un interprete per la parte di Febo. Si è fatto avanti Angelo che con molto impegno ha imparato il testo in pochissimo tempo, cosa non semplice per un ragazzino della sua età. All’inizio si pensava di farli cantare tenendo la traccia registrata del nastro sullo sfondo anche con la voce. Abbiamo poi deciso diversamente per dare ai ragazzi la possibilità di interpretare la musica, di venire fuori sul palco con i loro sentimenti e la loro intenzione. Per loro martedì sarà una grande sfida: tenere sotto controllo l’ansia da prestazione, sostenere lo sguardo del pubblico, fare affidamento sui compagni…”.

Nell’epoca d’oro dell’apparenza la storia di Quasimodo, alla cui deformità fisica fa riscontro un’anima limpida e sentimenti d’amore, diventa il pretesto per parlare di tematiche oggi attualissime come quella del diverso. L’occasione per i ragazzi è anche quella di poter riflettere a partire dal ruolo giocato da ognuno nella vicenda. Com’è sentirsi Quasimodo? Esmeralda? Com’è sentirsi Frollo? Quante volte il nostro pregiudizio non ci aiuta a vedere la realtà? Nel dare vita al copione ci si mette in discussione, ci si scontra con i propri pregiudizi, si riesce ad essere altro da sé. Questa capacità, se coltivata, guidata, conduce ad esiti potentissimi di consapevolezza.

Martedì prossimo i bambini dell’Istituto “Maestre Pie Filippini” si metteranno in gioco, per dare vita ad uno spettacolo pieno di musica, colori ed emozioni. Noi saremo li ad applaudire all’enorme lavoro svolto da tutta l’equipe…. e siete tutti invitati!

Roberta De Gregorio (storyteller di ACT LAB – PROGETTO FINANZIATO CON I FONDI OTTO PER MILLE DELLA CHIESA VALDESE)